Sembrava esplosivo ma era marmellata/La mafia non c’entra [di Maurizio Macaluso – Quarto Potere]

17 Dicembre 2006 Commenti chiusi

Un pregiudicato alcamese, Nicolò Ruisi, fu arrestato nel 1974 a La Spezia, con l'accusa di detenzione di esplosivo. Secondo gli inquirenti, l'ordigno doveva servire per compiere un attentato terroristico 

***

Una valigia piena diesplosivo pronta a saltare in aria. Nicolò Ruisi, pregiudicato alcamese legato all'estrema destra, viene fermato nel 1974 dalla polizia a La Spezia. E' in possesso di un ordigno. Secondo la stampa, intendeva compiere un attentato. Inquirenti e politici però si affrettano a smentire negando ogni suo legame con gruppi terroristici dell'estrema destra. Trentatré anni dopo questa vicenda non è ancora stata chiarita. Sospetti ed ipotesi s'intrecciano con le trame nere che hanno scosso in quegli anni l'Italia. Erano anni terribili. In numerose città italiane si erano verificati attentati ed omicidi. Il 28 maggio del 1974 una bomba esplose in Piazza della Loggia, a Brescia, durante una manifestazione sindacale, provocando otto morti e novantaquattro feriti. Il 4 agosto un altro ordigno piazzato su un treno diretto da Roma a Monaco provocò dodici morti e centocinque feriti. Anche in Liguria il clima era teso.

Il 28 settembre a Genova due militanti dell'estrema destra rimasero feriti nell'esplosione di una bomba che stavano preparando. Il 9 novembre un ordigno esplose in un ufficio pubblico di Savona senza provocare fortunatamente vittime. Tre giorni dopo un'altra bomba esplose in una scuola. Il 16 novembre, nella stessa città, alcuni terroristi fecero saltare un tratto dei binari poco prima dell'arrivo di un treno. Anche in questi due casi non si registrarono vittime. Quattro giorni dopo però i terroristi alzarono il tiro facendo saltare un intero condominio nel centro di Savona, provocando due morti e numerosi feriti. La polizia cercava di fronteggiare l'offensiva dei terroristi tentando di prevenire qualunque attentato.

Prosegui la lettura…

Categorie:Rassegna Stampa Tag:

Inchiesta Ministeriale (LINO) e contestazione dei risultati

16 Dicembre 2006 Commenti chiusi

L'inchiesta ministeriale – come si dice nella contestazione del risultato – è prevista dal codice della navigazione. L'inchiesta viene affidata al direttore dell'aeroporto e l'inchiesta tecnico formale ad apposita commissione. Il codice stabilisce assegnazione di poteri ma non la composizione della commissione tecnico-amministrativa di inchiesta. Il codice infatti rinvia a Regolamento che – come è noto – non è stato mai emanato. Di conseguenza la composizione della Commissione è restata ed è tutt'ora nella discrezionalità del competente ministro (Trasporti).

Di fatto l'inchiesta Ministeriale in meno di dieci giorni pretende di far luce sulla morte di 115 persone oltre a dare una valutazione psicologica dei piloti. Ne pubblichiamo una parte (presto la pubblichiamo per intero) nella sua versione originale perchè abbiate a disposizione un documento comprensivo di ogni cosa, compresi i nomi dei membri della commissione e le sottolineature con note a margine di chi su quei documenti – senza mai rassegnarsi – ha studiato. [Cliccate sulle immagini per ingrandirle e leggerne il contenuto]

Prosegui la lettura…

Categorie:Documenti Tag:

Anni difficili – Introduzione/L’investigatore dimenticato Giuseppe Peri [I^ Parte]

15 Dicembre 2006 1 commento

Renato Azzinnari          Leone Zingales

 Anni difficili

 L'intelligente intuizione

di un investigatore siciliano

tra mafia ed eversione negli anni '70,

decennio dei misteri e dei buchi neri

 (Il rapporto di Giuseppe Peri)

Istituto Gramsci Siciliano

***

Indice

Introduzione                              

L’investigatore “dimenticato”       

Giuseppe Peri                                   

Il rapporto Peri                              

Documenti allegati al Rapporto    

Post Scriptum                                 

***

A quei validi investigatori che in tempi difficili, in silenzio e con tenacia, sono riusciti a lavorare coraggiosamente ma sono stati fermati, purtroppo, ad un passo dalla verità.

***

Introduzione Di Renato Azzinnari e Leone Zingales

 
Sgomberiamo il campo da una questione che potrebbe sfociare in un equivoco inutile. Questa pubblicazione non è uno "scoop". In questa sede non si vuole cercare notorietà e sensazionalismo

Il documento integrale che fa parte di questo scritto vuole essere soltanto la testimonianza di un lavoro investigativo che, a nostro giudizio, è giusto che venga valorizzato.

Il rapporto firmato dall'acuto investigatore Giuseppe Peri ha messo in luce una serie di aspetti, nel campo delle indagini pure, che successivamente sono stati riesplorati da altri operatori della polizia giudiziaria e "potenziati" grazie allo strumento dei collaboratori di giustizia e, in ultima analisi, a sofisticate apparecchiature elettroniche. Oggi, insomma, è più facile condurre una difficilissima indagine rispetto a ieri.

Giuseppe Peri si è trovato tra le mani un caleidoscopio di notizie e le ha sviluppate secondo una sua personalissima intuizione.

Tra le mani dell'integerrimo poliziotto palermitano è finito un mosaico di ardua ricostruzione "storico-giudiziaria" che è stato sezionato come se si operasse chirurgicamente

Peri si è mosso in anni difficili, gli anni '70 del secolo scorso.

Anni in cui gli investigatori più preparati del nostro Paese si sono trovati a dovere risolvere «gialli» e misteri, (vedi stragi, omicidi "eccellenti" trame politico-mafiose intrighi in cui servizi deviati e cellule terroristiche di estrema destra hanno fatto il bello ed il cattivo tempo). Anni, quelli '70, in cui l'opinione pubblica ha trovato più di una difficoltà a comprendere il filo conduttore di determinati crimini, di determinati fatti di sangue. Anni difficilissimi gli anni '70. Per gli investigatori più capaci del nostro Paese non è stato facile affrontare con serenità e con la mentalità giusta argomenti “scottanti”. Non è stato raro assistere al fallimento di certe indagini proprio quando la verità era ad un passo. Non è stato raro assistere alla "caduta" di certi magistrati quando questi, dopo avere percorso un sentiero irto di rischi e difficoltà oggettive e ambientali, si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano quando la linea del traguardo era praticamente alla loro portata.

Prosegui la lettura…

Categorie:Rapporto Peri Tag:

Anni difficili – Rapporto Peri [II^ Parte]

14 Dicembre 2006 Commenti chiusi

IL RAPPORTO PERI

 

 

Squadra di P.G. della P.S.

Presso la Procura della Repubblica

di Marsala

Trapani 22-8-1977

 

Oggetto:

                                  

A) – Dr. CORLEO Luigi da Salemi. Patito sequestro di persona.  Indagini a carico di:

CONCUTELLI Pier Luigi, di Oscar e di Petrucci Emilia, nato a Roma il 3-6-1944, residente a Palermo, largo Parini 18 – Colpito da mandato di cattura:

 

B) – RAPPORTO GIUDIZIARIO DI DENUNZIA a carico di:

 

1°)   CONCUTELLI Pier Luigi, nato il 3-6-1944, Detenuto dal 14-2-977 nel Carcere di Volterra;

2°)   MARTINESI Luigi, nato a Brindisi il 14-6-1931, arrestato il 9-9-1975, Detenuto nelle Carceri di Taranto, ex segretario del M.S.I. di Brindisi;

3°)   COSTANTINI Gian Franco, nato a Lecce il 2-5-1949, arrestato il 9-9-1975, Detenuto nelle Carceri di Sulmona;

4°)   LUCERI Mario, nato a Lecce il 3-1-1938, arrestato il 9-9-75, Detenuto nelle Carceri di Brindisi;

5°)   TORPEDINE Antonio, nato a San Pancrazio (Brindisi) il 7-2-54, arrestato il 14-9-75, Detenuto nelle Carceri di Taranto;

6°)   MAGLIO Angelo, nato a Brindisi il 27-6-1939, arrestato il 20-10-1975, Detenuto nelle Carceri di Brindisi;

7°)   ALOISI Marcello, nato a Sogliano Cavour (Lecce) l’8-7-1944, arrestato il 7-12-1975, Dottore in Geologia, Detenuto nelle Carceri di Lecce;

8°)   PELLEGRINI Mario, nato a Papozze (Rovigo) il 4-8-1939, residente a San Pancrazio (Brindisi) via Massa Carrara n.8, Latitante, colpito da mandato di cattura emesso dal G.I. di Taranto il 15-10-1975;

9°)   FINI Elia Renzo, nato a Bagni di Lucca il 3-1-1946, residente a Viareggio via SS. Annunziata n. 8, Latitante, colpito da mandato di cattura emesso dal G.I. di Taranto il 15-10-75;

10°) MARTINESI Antonio, nato a Brindisi il 5-1-1937, arrestato il 19-8-1976, Detenuto nelle Carceri di Taranto;

11°) MICELI Salvatore, nato il 12-4-1946 a Salemi (Trapani) residente a Napoli via Antonio Meucci 5, Latitante, colpito da mandato di cattura del G.I. di Taranto;

12°) ZIZZO Salvatore, nato a Partanna il 18-1-1910, dimorante obbligato a Quartu S. Elena (Cagliari), A Piede Libero;

13°) GULLO Salvatore Vito di Vito e di Zizzo Maria, nato a Salemi il 22-6-1948, residente a Stia (Arezzo) dimorante a Ponte Tresa (Varese), A Piede Libero;

14°) GULLO Biagio di Vito, nato a Salemi l’1-1-1950, soggiornante obbligato a Mombercelli (Asti), A Piede Libero;

15°) LENA Fernando fu umberto nato a Civitavecchia il 4-2-1921, residente a Roma, Detenuto in esecuzione di mandato di cattura emesso dal G.I. Tribunale di Marsala;

16°) GRAZIANI Giorgio, nato a Roma il 16-5-1943, ivi residente via Genzano n. 194, A Piede Libero;

17°) SCAGLIONE Girolamo di Giuseppe, nato ad Alcamo il 10-9-1945, residente a Reggio Emilia, Via Pergolesi n. 6, A Piede Libero;

18°) MESSINA Nicolò, nato a Mazzara del Vallo il 7-2-1935, già detenuto nelle carceri di Palermo, Ucciso il 16-7-1977;
19°) VANNUTELLI Vito di Giuseppe, nato a Mazara del Vallo il 28-4-1939, Detenuto nelle Carceri di Trapani;

20°) FERRO Giuseppe di Vincenzo, nato ad Alcamo il 5-1-1942, Detenuto nelle Carceri di Palermo;

21°) RENDA Giuseppe di Andrea, nato ad Alcamo l’1-2-1935, Latitante, colpito da mandato di cattura del G.I. di Palermo;

22°) FILIPPI Giuseppe di Antonino, nato ad Alcamo il 3-2-1937, Detenuto nelle Carceri di Palermo;

23°) MESSINA Antonio fu Salvatore, nato a Campobello di Mazara l’11-6-1946, ivi residente via F. Crispi n. 2, Detenuto nelle Carceri di Trapani;

24°) GONDOLA Vito fu Giuseppe, nato a Mazara del Vallo il 6-4-1938, ivi abitante in Via Gessai n. 2, Impiagato I.S.L.A. di Castelvetrano, A Piede Libero;

25°) MUIA Giuseppe di Francesco, nato a Siderno (Reggio Calabria) il 9-1-1944, Detenuto nelle Carceri di Milano;

26°) Zummo Giuseppe di Rocco, nato a Gibellina il 3-1-1949, ivi residente via XXV strada n. 2, Impiegato I.S.L.A. di Castelvetrano, A Piede Libero;

27°) NASTASI Baldassare di Andrea, nato a Partanna il 28-8-1948, residente a Gibellina, Villaggio Rampiseri, 71 strada, decoratore, A Piede Libero;

28°) GENCO Vito di Paolo e di Teri Fara, nato a Partanna il 29-9-1949, residente a Cittiglio (Varese) via IV Novembre n. 3, carrozziere, A Piede Libero;

29°) BIUNDO Gaspare di Giuseppe, nato a Partanna il 20-10-1935, residente a Menfi (AG), Baracche S. Michele, via Trieste n. 35, A Piede Libero;

30°) TERRANOVA Andrea di Antonio, nato a Gibellina il 21-6-1949, Geometra, ivi residente villaggio Rampiseri n. 71, strada II, A Piede Libero;

31°) NASTASI Baldassare fu Leonardo, nato a Partanna il 31-10-1939, ivi residente via Roma n. 119, sarto, emigrato a Mendrisio (Svizzera), A Piede Libero;

32°) IGNOTI. Promotori dei delitti seguenti consumati allo scopo di finanziare un movimento politico antiparlamentare.

Prosegui la lettura…

Categorie:Rapporto Peri Tag:

Video Tg del 1972 su strage di Montagna Longa

13 Dicembre 2006 1 commento

Clicca sull'immagine per guardare il video. 

Prosegui la lettura…

Categorie:Video/Immagini Tag:

Anni difficili – Rapporto Peri [III^ Parte]

12 Dicembre 2006 Commenti chiusi

Le circostanze anzidette dimostrano che un’unica potente organizzazione mafiosa, per la presenza di affiliati legati da stretti vincoli di parentela, facente capo al noto mafioso ZIZZO Salvatore ed a suoi altereghi, ha preso in appalto la realizzazione dei quattro sequestri in questione: due in Sicilia, in comuni viciniori di province limitrofe per ragioni tattiche (Salemi e Sciacca) uno a Milano-Lainate e un altro in Puglia (Gallipoli) poiché in ciascuno di essi figura, come riscontro probante ora – nel caso sequestro PERFETTI – la banconota trovata a MESSINA Nicolò (compagno di latitanza del Vannutelli, del Ferro e del Renda suddetti), ora la banconota trovata a GRAZIANI Giorgio che ha tentato l’espatrio – amico di Scaglione Girolamo da Alcamo e di Lena Fernando – caso sequestro CAMPISI – orea la presenza insolita a Salemi di ZIZZO Salvatore la mattina del 17/7/1975 (giorno in cui è stato consumato il sequestro CORLEO) presenza che inizia fin dal 7 precedente (a soli 7 giorni dal sequestro CAMPISI), ora la incriminazione, nel sequestro MARIANO, del MICELI Salvatore “alias Luciano Patti” nipote dello stesso ZIZZO e tutt’ora latitante.

Inoltre, come riscontro ricorrente sia nel sequestro del CAMPISI che in quello del MARIANO, che dimostra l’unicità dell’organizzazione, è da evidenziare che in entrambi i casi uno dei carcerieri è di accento “romano” mentre figura la presenza di un individuo con le braccia molto pelose sia nel sequestro del CORLEO che in quello del MARIANO.

Che tale potente organizzazione mafiosa perseguisse indirettamente dei fini che esulano dal mero conseguimento del prezzo del riscatto dei sequestrati, fini diversi perseguiti invece dai mandanti, è dimostrato dalla dichiarazione resa dal CAMPISI Nicola dopo la sua liberazione e cioè che ricevuta, dopo due giorni dalla sua cattura, la visita, nel cunicolo ove veniva tenuto segregato, di tre individui incappucciati e indossanti delle tute, di cui uno con accento “romano” e l’altro con accento settentrionale, costoro gli avevano precisato “di non essere dei comuni delinquenti” ma che “agivano per delle finalità non meglio precisate”.

Più esplicitamente la stessa ammissione nel caso del sequestro di MARIANO Luigi, era stata fatta, come anzidetto, dal MARTINESI Luigi allorquando al G.I. Dr. Morelli ha chiarito i fini dei sequestri decisi a Roma.

Circa la responsabilità di alcuni dei consociati nel sequestro di PERFETTI Egidio, consumato a Lainate il 13.1.1975 e del cui riscatto una banconota fu trovata in possesso di Messina Nicolò, si fa presente che ZIZZO Salvatore, MICELI Salvatore e GALEOTTI Antonio nato a Napoli il 17-1-1930, arrestati il 19-2-1973 a Napoli unitamente ad altri per associazione per delinquere e spaccio di stupefacenti, furono scarcerati in data 20/3/1975 dal G.I. di Napoli per decorrenza dei termini e assegnati alle seguenti dimore obbligate:

      ZIZZO Salvatore a Narcau (Cagliari)

      GALEOTTI Antonio ad Olzai (Nuoro)

      MICELI Salvatore ad Agius (Sassari) e, poi, a Tempio Pausania (SS) da dove si rese irreperibile tra il 28 ed il 29 luglio ’75.

Il MICELI, tratto in arresto dai carabinieri di Capua il 24/3/76 in esecuzione di mandato di cattura emesso il 12-8-1975 dal G.I. di Napoli per violazione degli obblighi, impostigli, veniva dimesso il 19-9-1976 dal carcere di S.Maria Capua Vetere con obbligo di dimorare a Colli al Volturno (Isernia). Dal 18-2-1977 al 23-2-77 è stato autorizzato a recarsi a Salemi ed in atto è irreperibile.

Prosegui la lettura…

Categorie:Rapporto Peri Tag:

Corrispondenza Salatiello – Fais

11 Dicembre 2006 Commenti chiusi

Quelle che seguono sono delle lettere (in originale) che l'Ing. Salatiello ha inviato all'Ing. Fais per comunicare del punto di vista dell'Anpac circa la strage.

Prosegui la lettura…

Categorie:Documenti Tag:

Le lettere di Giovanni Spampinato ad Angela Fais

11 Dicembre 2006 Commenti chiusi

17 novembre 2005

In due lettere inedite di Giovanni Spampinato, gli scenari della strategia della tensione nell'est siciliano e le possibili piste del delitto Tumino.

 

 

I lettori sanno che nella rilettura del caso Tumino-Spampinato si è volutamente scelto di percorrere una pista che si potrebbe definire minimalistica, al fine di poter pervenire il più presto possibile alla riapertura dell'istruttoria, sulla scorta di numerosi elementi emersi di recente, variamente evidenziati in questo sito: a partire comunque dal possibile ruolo di Roberto Campria nel delitto Tumino, che si palesa sempre più come il reale bandolo della matassa. Va detto senza remore che sulla pista Quintavalle-Delle Chiaie, su cui s'interrogava congruamente Giovanni Spampinato, non sono emersi fino a oggi elementi significativi, che possano essere utilizzabili nel quadro di una inchiesta giudiziaria coerente. Va riconosciuto d'altra parte che gli inquirenti del caso Tumino, il procuratore Francesco Puglisi e il sostituto Agostino Fera, se scelsero di non indagare fino in fondo sul figlio del presidente del tribunale, malgrado il sommarsi degli indizi, fecero quanto dovevano sulla possibile pista Quintavalle, con diversi interrogatori e addirittura con una perquisizione presso l'abitazione dell'ex repubblichino della Decima Mas. E le carte, oggi divenute accessibili, confermano che tali indagini non diedero alcun risultato. Ciò malgrado le due lettere del giornalista de "L'Ora", fino a oggi inedite, restano estremamente importanti per capire gli scenari foschi della Sicilia del tempo, in bilico fra squadrismo neofascista e malavita organizzata. I due documenti ci sono pervenuti, nel giugno 2005, dallo storico Giuseppe Casarrubea, accompagnate da una nota che viene pubblicata qui di seguito.

Carlo Ruta

Prosegui la lettura…

Categorie:Documenti Tag:

Le inchieste sui fascisti in Sicilia di Giovanni Spampinato

10 Dicembre 2006 Commenti chiusi

 

 

19 febbraio 2002

E' ora che Ragusa parli

Il giornalista de "L'Ora" e "L'Unità" Giovanni Spampinato, ventiduenne, è stato ucciso a Ragusa il 27 ottobre 1972 perché stava portando alla luce un rilevante intreccio di affari, trame neofasciste e malavita. Moralmente complice, una certa città ufficiale che, restia a riconoscere i propri mali e a lasciarsi giudicare, prima ha isolato il cronista, poi ha fatto scudo attorno al delitto, coprendone in fondo i committenti, infine ha rimosso tutto. L'esito è degno della Sicilia più buia: i mandanti, gli stessi che pochi mesi prima avevano assassinato l'ingegnere Angelo Tumino, congliere comunale del Msi, sono ancora impuniti. A pagare con diversi anni di carcere è stato infatti solo l'esecutore materiale, il figlio del presidente del tribunale di Ragusa, Roberto Campria, che il giornalista, sulla scorta di numerosi indizi, indicava come il possibile esecutore del delitto Tumino.

Del resto, il silenzio ostinato del Campria, quando ha largamente chiuso il conto con la giustizia italiana, dà conferma di una trama che persiste e in particolare delle pressioni cui continua a essere soggetto, a opera dei mandanti.

Ciò considerato, è importante che il caso ragusano ritorni all'evidenza, malgrado la distanza dai fatti e il nulla venuto dalle istanze giudiziarie, iblea e catanese, nelle quali i familiari di Giovanni, i colleghi de "L'Unità" e de "L'Ora" e gli amici avevano creduto.

Oggi come ieri, Ragusa reca nei confronti del giornalista un debito morale che, seppur tardivamente, va saldato. Occorre che la città faccia i conti con una delle sue vicende più oscure, e "Accade in Sicilia" farà il possibile perché, di là dalle mere celebrazioni, tale atto di civiltà venga compiuto fino in fondo.

A partire da queste pagine, invitiamo allora i ragusani a esprimersi: facendo pervenire testimonianze, documenti, opinioni. Di tutto si darà conto nei modi dovuti.

 

Prosegui la lettura…

Categorie:Documenti Tag:

La strage di stato – controinchiesta

9 Dicembre 2006 Commenti chiusi

LA STRAGE DI STATO 

Controinchiesta

 

 

NOTA DEGLI AUTORI

I CAPITOLO

Le bombe del 12 dicembre

 

II CAPITOLO

Gli anarchici

III CAPITOLO

I fascisti

IV CAPITOLO

Controinchiesta

V CAPITOLO

La strategia della tensione

POSTFAZIONE

APPENDICI

1) lettera dì Pietro Vaipreda dai carcere
2) note alla lettera di Vaipreda
3) il taccuino di Mario Merlino 
4) testo integrale dei dossier segreto greco per l'Italia 

 

da Strano.net/stragi 

 

Prosegui la lettura…

Categorie:Libri Tag: